Coppa martini crema pasticcera e caffe’

Coppa martini crema pasticcera e caffe’

Potrebbe somigliare a un tiramisù rivisitato, ma si tratta invece di un dolce da tavola tutt’altro che moderno. Quei dolci che ti risolvono il dessert, con i classici ingredienti da frigo-dispensa, quei dolci che a casa di mia mamma si facevano per merenda, e lei lo faceva a noi, ingredienti semplici, ma tutto goloso. I biscotti possono essere anche quelli secchi – qui ho utilizzato dei morbidissimi caporali – crema pasticcera, caffè e cacao.

Non so a voi, ma quello che mi piace è l’origine di un piatto, la sua proiezione dal passato al presente, il fatto di ripensare al passato di un genitore, o di un nonno o per i più fortunati di un bisnonno, e come quel piatto arrivi a noi ancora autentico, apportando qualche modifica per adattarlo alle esigenze – no lattosio! – senza stravolgimenti.

La coppa martini, uno tra i biccheri che più mi affascina, soprattutto per servire un dolce, lo trovo raffinato e di effetto.

  • Difficoltà: FACILE
  • Tempi di preparazione (preparazioni e cotture): 1h + 1h di riposo

Ingredienti (dosi per 4pp)

Una decina di caporali o savoiardi (quelli che avanzano inzuppateli a colazione!)

2 tazzine di caffè lungo

2 dita di liquore al caffè

1 cucchiaio di zucchero

crema pasticcera ricetta qui , versione con vaniglia, dosi da raddoppiare!

cacao qb

Preparate la crema pasticcera come da ricetta e il caffè e fate raffreddare. Aggiungete al caffè il liquore e lo zucchero. Assaggiate e considerate che non dovrà essere particolarmente dolce e alcolico. Preparate le coppe e sul fondo mettete un cucchiaino di crema, una porzione di biscotto e con un cucchiaio bagnatelo di caffè. Non eccessivamente poichè i caporali, particolarmente morbidi e spugnosi rischiano di ammorbidirsi eccessivamente. Ricoprite con crema e procedete con un altro strato allo stesso modo fino al bordo della coppa, spolverizzate infine cacao fino a ricoprirne la superficie. Fate riposare in frigo almeno 1ora e tirate fuori dal frigo 5minuti prima di servire.


L’abbinamento di Ludovico Paganelli

Il dolce vuole il dolce. È il principio della concordanza che va seguito quando si serve il dessert. Nessuna eccezione. E quindi nel nostro caso andremo a scegliere un vino che nasce dalle morbide colline dell’Oltrepò Pavese: il Moscato della Tenuta Mazzolino. Con la sua nuance dai riflessi dorati, al naso risulta aromatico. Al palato si rivela cremoso e avvolgente, con delicata effervescenza mista al residuo zuccherino che cede il passo a una acidità sapida e rinfrescante, capace di ripulire il palato e invitare ad un secondo calice.




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